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Diventare virtuosi e sostenibili partendo dalle piccole cose. La rivoluzione dolce della stilista Stefania Pochesci

Intervista di Anna Magli Zandegiacomo a
Stefania Pochesci, laureata all’Accademia di Moda e Costume di Roma in Grafica.

Stefania Pochesci è Laureata all’Accademia di Moda e Costume di Roma in Grafica, un passato da Graphic e Motion designer per la Tv, la passione per il design di tessuti, uno studio nella campagna sabina immersa nella natura e uno show-room in un borgo Medievale. Crede nel potere dei sogni e che a partire dalle piccole azioni si possano cambiare le cose in meglio. E’ convinta che la rivoluzione possa iniziare anche a partire dagli armadi.

Slow Living, Vivere Lento è il tuo brand. Ci riassumi il senso della tua filosofia?

Non potevamo scegliere un nome più adatto che racchiudesse totalmente il progetto Stefania Pochesci Slow Living: il Vivere Lento. E’ il vivere con i tempi della natura. E’ soffermarsi ad ammirare la bellezza, guardare le stelle e ascoltare il vento. Tornare alle cose fatte bene, con cura e tempo. Scegliere la qualità sopra la quantità e la gentilezza come pratica quotidiana.
Rallentare per tornare alla vita è possibile. Scegliere di creare valore prima del profitto. Perché se è vero che lo shopping bulimico, frenetico, low cost, irrazionale o compulsivo può farci sentire appagati, anche se in modo illusorio, lo shopping sostenibile può fare di meglio: può salvarci tutti.

Come molte delle persone che abbiamo intervistato in questa rubrica, le tue scelte indicano una forte volontà di girare pagina da precedenti esperienze e creare a un progetto visionario. Quando hai deciso di dedicarti a questa idea cosa è stata la motivazione più forte che ti ha spinto a farlo?
Dopo circa 20 anni come graphic e motion designer per la tv mi sono ritrovata come molte donne ad un punto dell’esistenza che segna un giro di boa. Mi sono resa conto che quello che facevo non mi bastava più, che avevo molte più cose da dire, messaggi da portare, quindi mi sono chiesta che cosa potevo fare per dare il piccolo contributo della mia visione al mondo e sono tornata all’inizio del cerchio delle mie competenze mettendo insieme l’illustrazione, la grafica, la moda, la passione per i tessuti e l’infinito amore per la natura. Ed è questo il mio “perché” alla base di tutto. L’amore per la natura che ha caratterizzato tutta la mia esistenza. L’ecosostenibilità è una scelta di vita che nel nostro caso, mio e di mio marito, si è concretizzata definitivamente circa 10 anni fa nella volontà di vivere in campagna in Sabina, a Casperia, immersi tra uliveti e querce. Ed infatti l’altra chiave di volta è stata proprio Casperia. Qui e in generale in quest’area c’è una tradizione sartoriale che vede dislocati nel territorio vari laboratori. A Casperia poi abbiamo anche un’ Accademia di Alta Sartoria.
Ed è stata proprio la volontà di creare valore per il territorio che mi ha spinto a ricercare la collaborazione dei laboratori locali insieme alla volontà di dimostrare che un altro vivere è possibile. Quindi è iniziata una ricerca che è durata circa tre anni di test, studi e ricerche che sono confluiti in un percorso di start-up nell’incubatore di Imprese delle CNA di Rieti “Vivaio”, portato avanti dalla direttrice delle CNA di Rieti e presidente della Commissione Regionale dell’Artigianato Enza Bufacchi. Sfortunatamente è arrivata la pandemia che però non mi ha fermata, dopo il lockdown il 1 giugno 2020 ho iniziato la mia attività di impresa, prima con il sito online e poi con uno showroom nel borgo medievale. E’ qualcosa che mi rende molto fiera soprattutto perché in essa ho investito personalmente, mettendomi in gioco in prima persona.

La location del tuo laboratorio è un contesto inconsueto, nel bosco, e lo showroom in un borgo medievale. Come si è svolta la ricerca di queste sedi? Ti senti ispirata dall’esperienza di Brunello Cucinelli?
La verità è che Brunello Cucinelli l’ho scoperto dopo, un faro per tutti noi. Prima ancora di Casperia ci eravamo già trasferiti da Roma nella campagna romana dove abbiamo vissuto per circa 8 anni. Poi è cominciata la ricerca di una casa che è durata qualche anno e che per caso ci ha portato a Casperia. E’ stato amore a prima vista. Una piccola casa in una valle tra uliveti e querceti. Abbiamo poi piantato alberi di ulivi e frutta e bonificato la parte del terreno incolto, ed ora produciamo anche il nostro olio. Al momento siamo in piena raccolta, un’esperienza quasi mistica. Qui in sabina poi si produce un Olio D.O.P le nostre cultivar sono Carboncella e Leccino. L’ulivo è un albero a cui sono molto legata, ritorna spesso nelle mie illustrazioni. Casperia poi, è un luogo speciale che ha accolto nel tempo una comunità internazionale e forse anche questo in qualche modo ci ha attratto: L’idea di sentirsi connessi al mondo in un piccolo meraviglioso borgo medievale. Lo showroom invece era l’antica merceria del paese, stile anni ’50, un locale perfetto per le mie collezioni, situato in uno dei vicoli suggestivi del borgo. E’ il mio luogo felice.

Tu affermi che il territorio diventa importante per etica e processo di produzione. Come hai conciliato entrambi con le difficoltà oggettive che una dislocazione fuori dai circuiti metropolitani comporta?
Forse invece proprio il fatto di essere fuori dai circuiti metropolitani mi ha aiutato, perché la mia produzione vuole inserirsi in un contesto di etica lavorativa e sociale locale, soprattutto nel cercare di evitare lo svuotamento dei piccoli centri storici, i piccoli gioielli italiani dove l’artigianato un tempo era ad altissimi livelli. Cucinelli in questo ci ha dimostrato che se vogliamo ridare lustro all’alto artigianato dobbiamo fare un passo indietro, anche due e rivedere i termini di produzione ed etica del lavoro. L’essere poi parte di una rete d’imprese con la CNA di Rieti (Confederazione Nazionale dell’Artigianato) mi ha dato l’opportunità di collegarmi a diverse imprese del territorio e non solo. La rete è importantissima. E’ un valore imprescindibile, è qualcosa in cui credo fermamente e che cerco di nutrire ogni giorno. Io conosco personalmente tutti coloro che lavorano ai miei capi, collaboriamo in maniera costruttiva, ascolto i loro consigli, imparo da tutti loro. Abbiamo rapporti di collaborazione e rispetto reciproco, e questo per me è importantissimo. Credo inoltre per quanto riguarda la dislocazione, che per un artigiano non ci sia migliore cornice di un suggestivo borgo medievale. E anche qui Cucinelli ci ha dato una grande lezione.

La tua produzione utilizza tessuti di origine vegetale, ecosostenibili, cruelty-free e Made in Italy. Come scegli i tuoi fornitori?
Sempre grazie alla rete, sono parte di collettivi che si occupano di sostenibilità, informazione e tecnologia, ma anche perché sono fondamentalmente curiosa. Molto curiosa. Nel periodo forzato di lockdown ho approfittato per parlare e contattare tantissime aziende italiane e non solo che producono e forniscono tessuti di altissima qualità che rispettano i miei criteri di produzione. La strada che ho scelto non è facile, in continua evoluzione, ma non impossibile. La considero una sfida. La passione per i tessuti poi è qualcosa che mi accompagna da sempre. Ora è molto più facile, per chi sceglie la sostenibilità, fare delle scelte consapevoli, un tempo un po’ meno. Trasparenza, tracciabilità ed ecosostenibilità sono requisiti molto importanti per chi oggi vuole produrre in maniera sostenibile. La transizione verso l’economia circolare inoltre che riutilizza i materiali nei processi produttivi riducendo gli sprechi è l’inizio verso il quale tutti dovremmo tendere. Poi c’è il discorso della gentilezza, il “cruelty free”. Non potevo pensare di creare bellezza a scapito di un altro essere vivente. Semplicemente questo.

La sostenibilità è declinata anche sul packaging. Che scelte produttive avete compiuto per essere in linea con la vostra filosofia?

Il nostro packaging è ridotto al minimo, crediamo che la vera esperienza sia il prodotto, abbiamo infatti scelto una busta compostabile stampata con inchiostri certificati e anch’essi compostabili. Con il packaging delle scatole di cartone, quando necessarie, sosteniamo il progetto di riforestazione con il progetto “Pianta un albero” che assicura sempre di piantare più alberi di quelli utilizzati per realizzare gli imballaggi. E scegliamo carta proveniente da fonti certificate e sostenibili, quando non riciclate.

I laboratori sartoriali sono tutti in prossimità di Casperia. Come avete trovato questa rete di collaboratori e che criteri hai adottato nella loro selezione?

Come ho già detto ho approfittato di una tradizione già presente sul territorio.
I criteri di selezione sono stati quelli di alta qualità, etica e serietà professionale, oltre alla capacità di collaborazione di ognuno e di inserirsi in un nuovo contesto produttivo.

Fra le attività che s’ intersecano alla produzione della tua collezione ci sono anche quelle a supporto della salvaguardia della natura, prima fra tutte quelle che avete dedicato alle api e a tutti gli insetti impollinatori. Su Viva il Verde ne abbiamo parlato qualche settimana fa suscitando molto interesse. Ce ne vuoi parlare?
Certo, In occasione della giornata delle api il 20 Maggio scorso , Slow Food ha lanciato in tutta Europa una Flower Bomb Challenge a supporto delle api e tutti gli insetti impollinatori, (api, bombi, farfalle etc) che svolgono un ruolo cruciale in favore della biodiversità e dell’agricoltura. Senza di loro, un gran numero di specie vegetali e animali selvatiche e coltivate non esisterebbe più. Eppure, le monocolture industriali e l’uso di pesticidi tossici stanno decimando le colonie di api e impollinatori. Per questo anche Slow Food si è fatta promotrice dell’Iniziativa dei cittadini europei Salviamo le api e gli agricoltori. (ICE) che invitava la commissione europea a
Presentare proposte di legge per eliminare i pesticidi sintetici entro il 2035
Ripristinare la biodiversità
Sostenere gli agricoltori nella transizione
Ed anche noi quindi ci siamo uniti al coro di chi vuole seminare bellezza. Quella vera.
Nel nostro giardino abbiamo piantato fiori e piante amiche degli insetti e continuiamo a farlo, non solo perché sono utili ma perché vederli volare è davvero una meraviglia.
Per esempio ogni anno il nostro giardino è una festa di lucciole danzanti. Buon segno no?

Quali sono i tuoi prossimi progetti o iniziative? Avete in mente azioni di co-marketing o collaborazioni con associazioni o enti?
Abbiamo molti progetti su cui stiamo lavorando, ma procediamo a piccoli passi.
Per esempio abbiamo rielaborato tutti i cartamodelli per rendere i nostri capi ancora più adattabili ai nostri corpi, che comunque sono in continuo cambiamento. E dal momento le nostre collezioni sono pensate per durare, le abbiamo pensate anche per adattarsi al corpo che cambia. Stiamo inoltre parte di un progetto di turismo esperienziale che ci vedrà in futuro autori di workshop finalizzati alla conoscenza delle tecniche tintorie vegetali nel borgo di Casperia. Al momento non possiamo anticipare altro, non vi resta che seguirci sui canali social o iscrivervi alla nostra newsletter per scoprire quali saranno le nostre prossime iniziative!