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Terapie Forestali: coinvolgere la rete sanitaria nazionale per offrire a tutti i benefici della natura come cura di benessere.

Intervista di Anna Magli a
Raoul Fiordiponti, Presidente TEFFIT (Terapie Forestali in Foreste Italiane)

Intervista a Raoul Fiordiponti, Presidente TEFFIT (Terapie Forestali in Foreste Italiane), la rete di professionisti che crea sinergia fra Forestali, Medici, soggetti pubblici e privati con obiettivo di diffondere la pratica curativa del contatto con la natura, con i boschi e con gli alberi. Fra le finalità della rete c’è anche quella di ottenere il riconoscimento delle Terapie Forestali come promozione della salute nel sistema sanitario italiano.

Signor Fiordiponti, la vostra mission è di mettere a disposizione di tutti le conoscenze scientifiche in materia di Immersione in Foresta, Terapie Forestali e Outdoor Education. Ci spiega meglio queste definizioni?

Innanzitutto, mi preme sottolineare che queste tre definizioni, o meglio queste tre pratiche hanno un denominatore comune imprescindibile che è la natura. Tanto più questa natura è Biocomplessa e Biodiversa tanto più queste pratiche di benessere di cura e di crescita cognitiva/educativa hanno effetto. C’è da dire che il massimo della Biocomplessità e della Biodiversità, oltre che nel mare, lo troviamo nelle foreste naturali, cioè quelle foreste autodeterminatesi ed ecologicamente gestite o meglio non gestite. Questi ambienti naturali, presentano delle caratteristiche di differenza, nella loro estensione, che, secondo lo scopo della nostra azione e delle caratteristiche della nostra “utenza”, possiamo scegliere; in questi specifici ambienti avviene quello che noi abbiamo definito EFFETTO FORESTA. Questo effetto determinato dalla foresta può essere definito in: effetti rigenerativi della foresta; effetti curativi della foresta; effetti educativi della foresta. Riportare in questa sede gli studi scientifici, la struttura delle pratiche e i modelli di azione che portano a questi effetti non è evidentemente possibile. Per questo la TeFFIt  struttura corsi specifici ma soprattutto una attività continua di ricerca in collaborazione con aree naturali protette, istituti di ricerca e università, articolazioni del sistema sanitario. Per questo scopo siamo organizzati in una rete di ricerca costituita da medici, biologi, forestali, psicologi, psicoterapeuti, educatori e guide ambientali. Sul nostro sito è possibile leggere alcune delle pubblicazioni e degli articoli scientifici che abbiamo realizzato, allo scopo di approfondire questi temi complessi, ma affascinanti e utili per noi e il nostro pianeta.

In Giappone, Svezia, Norvegia, Germania, Stati Uniti e altrove, le Terapie Forestali sono considerare pratiche di Medicina Integrativa  e come tali raccomandate dai medici. A che punto è il nostro paese e il nostro sistema sanitario con l’approccio a queste terapie?

In realtà la nostra Rete sta facendo un lavoro molto importante in questa direzione, lavoro che sta dando importanti risultati, non solo nel settore della medicina preventiva ma nel contesto della medicina di sistema. E’ importante capire di cosa stiamo parlando: quando si tratta di terapie forestali è imprescindibile il coinvolgimento della rete sanitaria, dei medici. Le Prescrizioni Verdi, tema su cui abbiamo realizzato un convegno on line e prodotto una pubblicazione, disponibile sui nostri canali, è la vera sfida e la vera missione della nostra rete. Se si vuole godere dei benefici della natura non solo come attività ricreativa l’approccio deve essere rigorosamente scientifico. La più grande difficoltà che la nostra rete incontra, nonostante le evidenze scientifiche, è l’approccio coreografico che altre realtà hanno nei riguardi del forest bathing, che alternativamente viene ridotto ad attività sentimentale, o a contenitore di altre pratiche, ad attività agonistico sportiva, o ancora a pratica in cui l’oggetto non è più la foresta ma i soggetti che ci guidano, e tutto dipende da loro, dal loro fascino, dal loro carisma. Altre realtà, hanno un approccio scientifico riduzionista, relegando i benefici ad alcuni effettori dando quindi una lettura parziale degli effetti della foresta, spesso solo emotivi.

Che differenza c’è tra immersioni in foresta e le pratiche ricreative che già conosciamo come le camminate, il nordic walking, le escursioni? Come avviene l’attività terapeutica e che tipo di preparazione comporta? 

Le Immersioni in Foresta al pari delle Prescrizioni Verdi non hanno nessuna necessità di svolgere attività di carattere fisico o psichico: è la foresta, è quel determinato ambiente che esercita il beneficio. Questo significa che basta entrare in foresta? Evidentemente no: la modalità e l’atteggiamento fanno la differenza! Questo significa che le altre varie attività non sono valide? Assolutamente no, semplicemente sono un’altra cosa, con altri obiettivi e metodologie. Se vogliamo essere più precisi queste altre attività godono dell’effetto foresta vale a dire che in ambiente funzionano meglio, ma non ci avvicinano al beneficio della foresta anzi ce ne allontanano. Il nostro organismo, infatti, è impegnato a correre, a meditare, a usare uno strumento o quant’altro. Questa affermazione non è una nostra fantasia ma l’evidenza scientifica di decine e decine di studi scientifici internazionali, che in questa sede è inopportuno bibliografare ma che almeno in parte potrete trovare sul nostro sito.

Parliamo di Outdoor education, cioè l’apprendimento non formale e informale, in cosa consiste e che tipo di competenze sviluppa nei ragazzi? E’ una pratica idonea anche per chi presenta particolari criticità comportamentali?

La definizione Outdoor Education rappresenta un gigantesco scatolone in cui oggi si fanno ricadere innumerevoli proposte, attività, percorsi… e quindi bisognerebbe capire di cosa vogliamo parlare. Outdoor significa fuori. E’ dimostrato che qualsiasi attività didattico cognitiva ma anche ricreativa funziona meglio fuori dagli edifici e questo ha a che fare con la nostra struttura fisica, con la nostra ancestralità, con la Biofilia. Ma ha a che fare anche con la rigenerazione dell’attenzione e su come funzioni questo effetto. 

Education significa educazione ma a cosa? Oggi si rilevano le più svariate proposte e terminologie per definire l’educazione in natura, alla natura, alla sostenibilità, al comportamento, neuronale, esperienziale etc. etc. Ma quando un’esperienza in ambiente si traduce in una crescita dell’individuo, quando questa esperienza incide “struttura, costruisce” capacità di affrontare problemi nuovi e sconosciuti? Quando questa attività ci permette di acquisire capacità relazionali e comunicative? Quando ci permette di “usare” le STEM per migliorare la nostra esistenza?  Quando e come, per dirla breve, ci permette di strutturare allenare e costruire le nostre competenze chiave

Inoltre, come fare a non commettere l’errore di usare l’ambiente naturale come contenitore di attività e magari creare artificiosamente il nostro ambiente naturale, perdendo il valore dell’effetto foresta?

In questo senso abbiamo da tempo studiato questi aspetti e strutturato un modello di attività sia per le attività informali che non formali ma anche per le attività formali in collaborazione con le scuole e i servizi socio educativi di molti territori, proprio perché è evidentemente chiaro che dobbiamo lavorare sulla costruzione delle capacità e competenze non solo dei ragazzi ma anche degli adulti. Molte delle capacità e competenze che abbiamo non sono più adatte alla realtà che viviamo, e al contempo sono venuti meno i luoghi, i contesti dove “allenare” le nostre capacità e sviluppare le nuove competenze necessarie. I percorsi che proponiamo alle scuole o agli adulti o nelle attività estive per ragazzi mirano a questo, partendo dalla esperienza in una natura, non artificiale, proponiamo percorsi che lavorano sullo sviluppo e sulla costruzione delle competenze chiave. I risultati non sono incoraggianti ma entusiasmanti. No! non cambiamo la vita alle persone o ai ragazzi, ma gli forniamo degli strumenti che permettono di migliorare la loro relazione con il mondo che li circonda, che gli permette di migliorare il contesto in cui vivono, le loro relazioni e aumentare la loro consapevolezza nelle proprie capacità. Questo grazie al giusto equilibrio tra le attività che proponiamo e l’effetto foresta.

La formazione è uno dei punti chiave del vostro percorso. La Teffit mette a disposizione corsi di Autoimmersione in Foresta, di Conduttore in Immersione in Foresta e corsi relativi all’Outdoor Education, tutti tenuti da professionisti, medici, forestali e professori universitari. Possiamo parlare di una professione del futuro? Chi partecipa alla vostra formazione ha generalmente un’esperienza simile alle spalle o capita che provenga da tutt’altra professionalità? Come sono strutturati i corsi e come iscriversi?

Non siamo una agenzia formativa, cerchiamo grazie all’altissimo livello dei nostri docenti, di trasferire la conoscenza scientifica a chi vuole avviare una professione, o rafforzare quella che esercita già. Il nostro Comitato Tecnico Scientifico annualmente propone un calendario di formazione che non è rivolto solo a chi vuole professionalizzarsi, o ai medici, con i vari corsi e convegni scientifici a valere sull’aggiornamento ECM, ma anche a chiunque e interessato all’Effetto Foresta. Esempio è il corso per Autoimmersioni in cui il partecipante non è un professionista o un terapeuta ma una persona interessata a migliorare la propria salute grazie alla frequentazione delle foreste, quello che noi abbiamo definito Immersione in Foresta. Per chi invece vuole costruire o rafforzare la propria professione è possibile, a valle della formazione e previo colloquio di valutazione, iscriversi ai nostri “registri” e nel tempo usufruire degli aggiornamenti, e per chi vuole, del contesto di rete di confronto e crescita professionale che è la TeFFIt.

Per essere informati sulle varie iniziative sui corsi e sui convegni basta frequentare i nostri canali sul web www.teffit.it su Fb www.facebook.com/Terapie.Forestali.in.Foreste.Italiane, o iscriversi alla nostra Newletter