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Riciclarte. La vocazione artistica del rifiuto.

Intervista di Anna Magli Zandegiacomo a
Michele Golinelli graphic designer e responsabile dell’area creativa dell’agenzia bolognese Mollusco&Balena, uno degli ideatori di Riciclarte.

Intervista a Michele Golinelli graphic designer e responsabile dell’area creativa dell’agenzia bolognese Mollusco&Balena, uno degli ideatori di Riciclarte.

Che cosa è esattamente il progetto Riciclarte?

Riciclarte un progetto che nasce nel 1996 a Rimini, nel corso di Ricicla, una fiera specializzata, adesso conosciuta come Ecomondo. All’interno della manifestazione abbiamo lavorato su uno spazio che ci era stato messo a disposizione per organizzare un progetto artistico nell’ambito del settore, diventato poi uno dei primi spazi di trash art. Riciclarte è un’iniziativa che  Mollusco&Balena ha curato per la Fiera di Rimini per un certo periodo.  Una volta terminata questa esperienza, abbiamo portato avanti Riciclarte dando visibilità agli artisti che lavorano con materiale di recupero. Riciclarte, oltre a Rimini,  è stata ma anche a Bolzano, Varese e ovunque gli artisti e le loro opere fossero richiesti. Ad oggi il progetto, completamente a nostro carico, si esprime nella galleria virtuale, che supportiamo grazie ad un sito e ai social dedicati.

 

Quali sono le prospettive del progetto?

A livello italiano, sono molti gli artisti che si dedicano alla trash art. Grazie alla nostra esperienza abbiamo supportato un progetto simile del gruppo Hera, Scart, che necessitava di visibilità, organizzando mostre che interagivano con altre attività legate al riciclo.

L’evoluzione di Riciclarte che stiamo valutando è far nascere qualcosa di più completo e strutturato come un laboratorio, uno spazio didattico, un luogo di esposizione. Lavoriamo su queste prospettive. Riciclarte è una galleria virtuale, dove gli artisti non devono investire denaro per essere presenti. Gli stessi ci mandano le loro opere per essere fotografate, i contenuti testuali e le informazioni che vogliono rendere pubblici nelle loro schede: tutto materiale che noi elaboriamo e mettiamo online.  In questo modo, chi è interessato può cercare all’interno del sito, per tipo di materiale usato, per area geografica, per nominativo e individuare gli artisti che lo interessano. Ci sono molti enti e aziende che cercano questo tipo di arte e usano la nostra piattaforma digitale per trovare quello più adatta alle loro esigenze. Una volta che il cliente e l’artista sono stati messi in contatto, il nostro ruolo è terminato. Se non è richiesta la nostra consulenza, la trattativa va avanti tra le parti. 

 

Quale è il vostro contributo alla promozione della galleria virtuale?

Ogni settimana creiamo dei contenuti sui social, dove siamo presenti con Facebook, Instagram, Pinterest e ad poco anche su Tiktok. Il nostro impegno e la nostra passione sono dedicati a dare visibilità al marchio e agli artisti con contenuti innovativi, messaggi mirati che hanno il compito di catturare l’attenzione e attrarre persone interessate a questo tipo di arte. 

 

Chi acquista le opere di Riciclarte?

Un po’ tutti, privati, aziende. Per esempio un paio di anni fa un’azienda in occasione di un evento che aveva organizzato per Natale, dove erano presenti anche i dipendenti, ha optato per un omaggio da regalare a tutti gli intervenuti che interpretasse il tema dell’ambiente e della sostenibilità. L’idea era di far intervenire all’evento qualche artista che realizzasse un oggetto con questi criteri. Un’altra azienda invece, per una cena, ha chiesto che un artista realizzasse 15 candelabri con materiale di riciclo da usare come centrotavola, con il chiaro obiettivo di dare un segnale di attenzione verso l’ambiente. Noi ci riteniamo comunque, con Riciclarte, solo parte della strategia comunicativa di un’azienda che opera già con politiche di sostenibilità in altre fasi del suo percorso. Se per alcune aziende la scelta di optare per un oggetto sostenibile è una “tendenza”, c’è da dire che molti lo fanno in modo consapevole. Ci sono, infatti, le B Corp, le aziende che scelgono di fare un business che bilanci etica e profitto, che seguono una determinata strategia professionale basata su uno stile di produzione sostenibile.

Un anno, la Regione Emilia Romagna, per esempio, ci ha coinvolto per portare degli artisti all’interno di uno stand fieristico per realizzare oggetti che coinvolgessero il pubblico. I nostri artisti hanno costruito delle maschere con materiale di riciclo, create al momento per interagire con i visitatori che poi ne entravano in possesso. Sia la Regione sia il gruppo Hera portano avanti molte attività che vanno in questa direzione e ciò mi fa ben sperare che le loro motivazioni non si limitino solo al gadget, ma vadano oltre. Nello stesso modo, si attivano molte aziende municipalizzate che hanno quasi l’obbligo istituzionale di operare in questa direzione.

 

C’è qualche progetto che vi piacerebbe realizzare?

Possiamo parlare di un progetto, che non è nostro, ma che mi piace molto. A Roma si organizza la  re boat race, una manifestazione che si svolge al laghetto dell’Eur con imbarcazioni costruite con materiali di riciclo. Qui si trova l’utilizzo più creativo del riciclo, come una zattera di bottiglie di plastica, ma anche molti oggetti costruiti con altri materiali. Sono iniziative che avvicinano il pubblico al problema, facendogli toccare con mano il frutto dell’utilizzo del riuso, di questa abbondanza di materiale di recupero e danno consapevolezza e contezza del tema della sostenibilità; molto più che un messaggio che invita a fare la raccolta differenziata.

 

I vostri artisti sono specializzati in questo tipo di arte o fanno anche altro?

La nostra selezione riguarda solo artisti che fanno trash art ma non è detto che chi ha altri vissuti, ha fatto altri percorsi formativi, non possa realizzare un’opera di trash art che incontra il nostro interesse. C’è chi diventa artista trash art da autodidatta perché magari ha coltivato una passione per un certo materiale. Artisti che iniziano con un materiale e poi si misurano con altri. Per ogni evento facciamo un’attenta selezione per trovare l’artista più adatto a quel tipo di evento perché la cosa più importante è la qualità del manufatto e chi lo realizza deve avere maturato una certa esperienza ed espresso una determinata creatività. 

 

Tutti questi sforzi hanno portato secondo voi a una maggiore consapevolezza?

Sicuramente per quanto riguarda l’Emilia Romagna c’è molta attenzione all’ambiente e la volontà di  voler trovare delle soluzioni sostenibili. Sono comunque sempre un po’ scettico sulla concretezza che c’è dietro questa facciata. Rimanendo nell’ambito artistico spesso vedo che ci sono grandi consensi all’inaugurazione di questi eventi ma poi tutto si diluisce e perde spessore. Siccome sappiamo bene che in questo momento “l’ambiente tira”, si utilizza questo cavallo di Troia per raccogliere consensi. 

La prima cosa che suggerisco, a tutti quelli che ci contattano, è che se si vuole fare questo tipo di evento, è necessario che lo stesso abbia continuità, si faccia vedere, e che si facciano le cose fatte bene. Cosa intendo? E’ necessario non fermarsi all’evento in sé ma accompagnarlo con un buon catalogo e un’importante attività di comunicazione on e off line.  Lavorare sodo per dare risalto all’evento sicuramente paga: la gente lo vede, lo ricorda, lo visitano varie tipologie di persone, se ne parla. Qualcosa rimane. 

Io credo che oggi si debba fare di più che non sia solo prendere una bottiglia di plastica, tagliarla e farne un portamatite. Il progetto Riciclarte è basato sul concetto che la trash art è qualcosa che si può vivere a 360 gradi e può essere molto più impattante e di riferimento, carica di contenuti. Per arrivare a questo ci vogliono risorse, molte risorse, e noi continuiamo a promuoverlo perché siamo convinti che prima o poi si arriverà a farlo vivere in questo modo. 

La nostra idea è quella di creare una galleria d’arte reale, con un vero laboratorio in modo che l’artista possa lavorare in un posto fisico, creare oggetti, fare seminari, didattica e diffondere questi saperi tramite un canale Youtube dove tutti possono vedere quello che sta accadendo e condividere.  A questo progetto può essere collegato un e-commerce, con artisti che possono usufruire di un vero canale di vendita che non sia il solito mercatino, ma una modalità più strutturata. Un’altra idea è quella di organizzare luoghi di hospitality dove chi lo desidera può creare il proprio evento nei nostri spazi, in un contesto artistico molto particolare che permette di inviare uno specifico messaggio. Infine, ideare anche uno spazio di ristorazione dove si può consumare, in un contesto artistico, un menù a tema in modo creativo e in sinergia con tutto il contesto.