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Apicoltura Piana. Dignità per la filiera del miele.

Intervista di Anna Magli a Massimo Mengoli amministratore delegato di
Apicoltura Piana.

La tutela di un settore a rischio come quello del miele parte dalla corretta remunerazione degli apicoltori italiani. Sono, infatti, loro i primi protagonisti di un comparto che rappresenta oggi un vero e proprio termometro della salute del settore agroalimentare e dell’ambiente. Da questi presupposti nasce la decisione di Apicoltura Piana, che ha sede a Castel San Pietro in provincia di Bologna, di quantificare in 5,20 euro al chilo, l’importo da riconoscere agli apicoltori per il miele millefiori: una soglia sotto la quale è impossibile dare il giusto valore al loro prezioso lavoro. Questa scelta inedita nasce per sostenere gli apicoltori in un momento critico per il settore, garantendo loro il recupero dei costi di produzione. Si tratta di una prima azione che, dal prossimo anno, sarà soggetta a rivalutazione con l’obiettivo di definire una soglia minima ancora più premiante, che sia in grado di generare i margini necessari da investire in processi sempre più qualitativi e sostenibili sotto il profilo della salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.

Oltre a ragioni legate all’etica del lavoro, aver definito una soglia minima di remunerazione per gli apicoltori italiani rappresenta un vantaggio per tutti. Per i consumatori, che avranno prodotti qualitativamente sempre migliori, per il settore, che potrà disporre delle risorse economiche necessarie per svilupparsi, e per l’ambiente, che grazie a prassi sempre più sostenibili e rispettose del benessere delle api, potrà continuare a contare su una filiera sana in grado di svolgere il suo importante ruolo di sentinella della biodiversità. Abbiamo chiesto all’amministratore delegato di Agricoltura Piana, Massimo Mengoli, il motivo di questa scelta.

Cosa vi ha spinto a prendere una decisione che, nel mercato del miele, creerà sicuramente un precedente importante…

Conosciamo bene e apprezziamo le fatiche e la passione che li muovono e crediamo fondamentale sostenerne tutti gli sforzi mettendoli nelle condizioni di operare con serenità e assicurandogli le risorse necessarie per investire. Auspichiamo che la nostra scelta possa aprire un confronto all’interno del settore che veda impegnate istituzioni, associazioni e operatori con l’obiettivo di trovare un percorso comune per valorizzare un comparto cruciale per tutto l’indotto agroalimentare.

 

Come siete arrivati a determinare questo importo?

Abbiamo scelto di sostenere i nostri apicoltori, in un momento in cui il mercato è abbastanza in crisi, andando a capire quali fossero i loro costi di produzione annui e fissando così un prezzo che potesse coprire proprio questi costi. In più, avevamo l’esigenza di rendere trasparente il prezzo in maniera tale che tutti gli attori della filiera avessero ben chiaro quale fosse quello di riferimento. La scelta è di 5,20€ al chilo, il prezzo che ci è sembrato più corretto per sostenere i nostri apicoltori. Non abbiamo la presunzione di decidere noi quale debba essere il prezzo del mercato ma, dal momento che le prime compravendite hanno visto cifre molto basse, ci siamo sentiti di intraprendere questa azione: noi viviamo grazie al miele dei nostri apicoltori e, se non avessimo fatto un’azione di questo tipo, avremmo rischiato di perderne alcuni. Speriamo di riuscire a centrare l’obiettivo.

 

Quali vantaggi porterà questa iniziativa per gli apicoltori ma anche per i consumatori?

I vantaggi di questa campagna non saranno solo per la filiera e gli apicoltori, ma anche per le aziende del settore che riusciranno a proteggere il proprio capitale. Così come anche per la grande distribuzione che avrà a disposizione un prezzo di riferimento sulla base del quale capirà se sta comprando bene o male. E lo stesso vale per il consumatore finale che potrà capire se il valore di ciò che sta comprando è corretto.

 

La filiera del miele è in evidente sofferenza, quali sono gli strumenti per renderla più competitiva e attirare nuovi operatori?

Anche in una filiera antica come quella del miele è oggi cruciale introdurre tecnologie digitali e pratiche innovative che supportino un settore che, sia per effetto della volatilità economica sia a causa della crisi climatica, rischia di entrare in forte sofferenza. Rendere attrattivo il mestiere dell’apicoltore anche dal punto di visto dei margini di guadagno è, inoltre, essenziale per consentire a un numero crescente di giovani di avvicinarsi a questo settore, assicurando il ricambio generazionale necessario per il futuro dell’attività apistica in Italia. Catturare l’interesse dei giovani assumerebbe rilevanza anche sotto l’aspetto di una sempre più diffusa attenzione verso la preservazione di paesaggi naturali e tradizioni comunitarie, aspetti distintivi che rendono il nostro Paese unico al mondo.