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I padroni della fattoria sono gli animali
che accogliamo. Tutto gira attorno a loro.

Intervista di Anna Magli a
Rossana, che con il suo compagno Fabio hanno realizzato una fattoria vegana
e un rifugio per animali abbandonati a pochi chilometri da Firenze.

Rossana e Fabio hanno realizzato una fattoria vegana e un rifugio per animali abbandonati a pochi chilometri da Firenze. Hanno lasciato una vita comoda e lavori sicuri per mettersi in gioco e soprattutto soddisfare il loro più grande sogno: offrire un rifugio a chi non ha voce e spesso è vittima di incuria, maltrattamenti e abbandoni. Nasce così l’isola felice del “Seme di Gaia” a Rignano sull’Arno. In questa intervista Rossana ci racconta la loro nuova vita e i loro progetti che, con fatica e determinazione, stanno lentamente realizzando.

Da dove è nato il desiderio di creare Il Seme di Gaia e qual è la vostra storia prima di questo progetto?
La nostra vecchia vita era in una cittadina vicino a Firenze sud, in un contesto urbano ma abbastanza vicino alla campagna. Il processo di cambiamento era già in atto, mancava solo il coraggio. La molla è stata la malattia di mia madre nel 2019, l’inizio di un lungo processo di cambiamento che era già iniziato. Seguirla e starle accanto in questo doloroso percorso mi ha messo davanti all’evidenza che, anche se noi pensiamo sempre di avere tempo a disposizione per fare le cose che amiamo, una vita lunga e infinita per realizzare i nostri sogni, alla fine ci rendiamo conto che non è così, che le cose sfuggono di mano in un momento. E questo mi ha portato alla consapevolezza che se si vuole fare qualcosa di concreto, bisogna mettersi in campo e agire. Capito questo, io e il mio compagno abbiamo cominciato a guardarci intorno e le cose sono venute una dietro l’altra.

Com’è stato l’impatto con la nuova realtà?
Abbiamo individuato la valle e il posto durante una passeggiata. Ho subito sentito un richiamo verso questa natura e verso la cascina che era abitabile solo in parte. All’inizio ci siamo posti molti interrogativi e dubbi, il mio compagno Fabio più di me perché ha un’indole razionale, per capire se eravamo in grado di fare il grande salto. Abbiamo iniziato investendo i soldi che avevamo messo da parte con i nostri precedenti lavori nella ristrutturazione minima della cascina, che ci avrebbe permesso di partire. Poi abbiamo cominciato subito a investire per il benessere degli animali che stavano arrivando. Queste scelte hanno fatto sì che ancora oggi siamo un po’ sottosopra e solo da pochissimo, dopo tre anni, possiamo contare sull’impianto di riscaldamento che in un primo momento non ci è sembrata una priorità. Io ho ceduto la mia azienda che vendeva prodotti biologici e il mio compagno si è dimesso, ma solo in un secondo momento, dall’azienda di cui era socio. Il lavoro alla fattoria assorbe completamente corpo e spirito, impensabile farlo part time e questo lo abbiamo capito subito quindi anche Fabio si è dedicato a tempo pieno alla nuova attività.

Come arrivano al Seme di Gaia gli animali di cui vi prendete cura?
In Italia ci sono molti animali che necessitano di aiuto e nel momento in cui entri in questo circuito, è facile che la voce si sparga. Giornalmente riceviamo due o tre richieste di aiuto per animali che hanno necessità di essere accuditi o ricevere un ricovero perché arrivano da sequestri, come maiali, cavalli, asini, poi ci sono i cani e i gatti randagi. Per questi ultimi c’è più speranza, perché può capitare che siano richiesti in adozione da qualche famiglia. Per animali come i maiali non è facile perché hanno bisogno di una stalla e sono difficili da accudire. Noi abbiamo imparato con l’esperienza. Abbiamo poi persone che ci scrivono e ci chiedono aiuto, noi ovviamente cerchiamo di fare tutto il possibile. C’è sempre stata l’idea di dare agli animali che arrivano qua una seconda chance per una vita serena e sicura. Per quanto è possibile, li accogliamo sempre, li facciamo vivere a stretto contatto con noi, dedicandoci completamente a loro e trattandoli con il massimo rispetto. Se non riteniamo di essere in grado di dargli il tipo di accoglienza che meritano, preferiamo dire di no.

C’è qualcuno che vi aiuta con denaro, cibo o altro per sostentare gli animali?
Al momento non riceviamo nessun contributo pubblico. La nostra idea di imprenditorialità è di fare il bene degli animali per cui ho cercato di creare una rete rete con panifici e ortofrutta per farci avere quello che gli avanza. Per quanto riguarda i maiali però l’alimentazione corretta non può essere a base di pane secco, per cui, quando non riusciamo a sopperire con quello che ci viene regalato, acquistiamo direttamente il necessario. Viviamo un po’ alla giornata, cercando di arrangiarci il più possibile.

Avete volontari che vi aiutano?
Anche quello a fasi un po’ alterne. Non abbiamo mai la sicurezza al 100% di chi verrà ad aiutarci ma siamo abituati ad arrangiarci e solo in casi eccezionali abbiamo avuto bisogno di manodopera retribuita. Ovviamente la rete non si costruisce in un giorno e siamo fiduciosi che col tempo, quando il nostro progetto arriverà a più persone e verificata la qualità del nostro lavoro, gli aiuti arriveranno. Sicuramente stanno aumentando le persone che mostrano interesse verso l’iniziativa: nelle scorse settimane, per esempio, due ragazzi ci hanno aiutato a elettrificare il recinto per i maiali in modo volontario. Sarà che non ci aspettiamo nulla ma quando l’aiuto arriva in modo spontaneo, è sempre una grande emozione.

Quanti animali avete al momento?
Ospitiamo 65 animali ma presto saranno 70. Maiali, capre, pecore, asini, conigli, anatre, oche. Molti animali sono trovati in strada e portati da noi, sono animali liberi che ripongono in noi grande speranza. Abbiamo visto che molti animali arrivano impauriti dall’uomo, ma pian piano stanno riacquistando fiducia. Loro sono i veri proprietari del Seme di Gaia. Vivono in tutti gli spazi a disposizione e a volte invadono anche i nostri. Spesso ci troviamo un asino in cucina, o la capra che viene a chiedere da mangiare. Sono esperienze che se non si vivono sulla propria pelle è impossibile immaginare. Una volta un’asinella non si trovava più: l’abbiamo cercata ovunque, invece lei era tranquilla in cucina che aspettava davanti al frigo il suo biberon col latte con cui l’avevamo abituata. La maialina Pippi invece è nata qui da noi, l’unica che si è salvata dalla cucciolata di una scrofa che è arrivata gravida. Dato che la madre l’ha allontanata, sarebbe morta, invece noi l’abbiamo nutrita fin dai primi giorni con il latte che diamo ai gattini. Certe volte ci fa pensare che si creda un gatto, un umano o un cane perché ha un comportamento domestico e ce la troviamo praticamente in ogni angolo. Il bello di questi animali è che ognuno ha il proprio carattere e temperamento, si esprime in un particolare modo ed è veramente bello vederli dare un grande esempio.

Che cosa è cambiato nella vostra vita sociale, dalla città all’isolamento totale?
Personalmente sto molto bene anche da sola ma questo non toglie che ami la compagnia di persone che sento più simili a me e qui la compagnia di sicuro non manca. Siamo sempre circondati da aiutanti, ospiti, visitatori. Siamo arrivati ad avere fino a 30 persone forse perché qui tutti si sentono veramente a casa e sanno di poter arrivare e trovare un posto a tavola. Abbiamo anche ospitato persone che avevano momenti di crisi personale gratuitamente, come se fossero di famiglia. Fabio è diverso da me, tendenzialmente più portato a stare fra la gente, ma in questa vita ha trovato uno stimolo che l’ha portato a selezionare i suoi contatti, preservando quelli di maggiore qualità. Ha fatto una scelta e tutte le persone che ci circondano sono come noi: persone sui cui sai di poter contare, accomunati da uno spirito comune che ci lega. Anche se noi siamo vegani mia figlia, che è ancora adolescente, è completamente libera di fare le sue scelte di consumo secondo quello che desidera, mangiare con i suoi amici in un fast-food a Firenze quando esce da scuola per esempio, perché non sarebbe giusto imporgli un’ idea che non sente sua. Questo vale anche per le altre persone che ci vengono a trovare. Non imponiamo certo le nostre scelte ma contiamo sul fatto che se si portano il cibo da casa, rispettino la filosofia dell’ambiente che li accoglie.

Se qualcuno dei nostri lettori volesse venirvi a trovare magari darvi una mano?
Sul sito www.ilsemedigaia.org, ci sono tutte le nostre attività e le modalità di contatto, così come su Facebook e Instagram. Potete venire e stare una giornata con noi, condividere la nostra vita, fermarsi qualche giorno e magari darci una mano. Non abbiamo regole fisse perché è un campo in cui conviene non darsene troppe. Tutte le attività che organizziamo sono fatte principalmente per gli animali e chi viene qua, ha una sola regola da seguire: rispettare i nostri ospiti. É capitato di ospitare piccoli convegni, dibattiti, incontri che avevano come centralità gli animali e il loro rispetto. Chi viene a trovarci con questo stato d’animo e sensibilità sarà sempre il benvenuto.