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Dalle terre incontaminate dell’Appennino, un’alchimia di bellezza e benessere

Intervista di Anna Magli Zandegiacomo a
Raffaella Nannoni, erborista e naturopata.

Raffaella Nannoni, erborista e naturopata, cofondatrice di E.cos Ecologia e Cosmesi azienda del bolognese operante dal 1990 e del brand Segreti di Natura. L’azienda ha sede a Medicina in provincia di Bologna e le erbe alla base dei cosmetici e degli altri prodotti provengono dalle terre incontaminate dell’Appennino Tosco Emiliano dove si trovano le coltivazioni biologiche.

Raffaella, come nasce la sua passione per l’erboristeria? Ha sempre fatto parte della sua vita?
Devo confessare che inizialmente avevo scelto un altro indirizzo di studi, Giurisprudenza, poi un giorno ho letto un piccolo annuncio su un giornale circa un corso finanziato dell’Unione Europea e frequentando ho scoperto che quella era la strada da percorrere. Il progetto prevedeva anche la formazione di un’azienda tutta al femminile e insieme alle mie compagne abbiamo costituito la società che ancora oggi è esistente. Una volta finito il corso ho sentito la necessità di approfondire tutte le tematiche che erano state trattate e quindi mi sono iscritta all’Università di Urbino per la Laurea in Erboristeria. Con tempo, parliamo degli anni ’90, del gruppo originario delle fondatrici sono rimasta solo io perché le altre hanno preso strade diverse. Erano i tempi in cui il biologico, il realizzare cosmetici naturali era qualcosa un po’ di nicchia. I centri estetici, i parrucchieri, le stesse erboristerie non erano ancora pronte ad accettare questi prodotti e la concorrenza delle grandi marche era stritolante. Il mondo del biologico, il rispetto della natura e il produrre senza inquinare non erano argomentazioni sufficienti per sconfiggere il loro monopolio. Ma io c’ho creduto fin dall’inizio in questo progetto ed ero convinta che avrebbe avuto successo. Così ho passato anni veramente difficili, di quelli che ti viene voglia di mollare tutto, ma poi le soddisfazioni sono arrivate.

Quali erano le critiche più resistenti che si è trovata a combattere in questa fase di cambiamenti’?
C’era un immenso gap fra la cosmesi officinale e l’erboristeria naturale. Molti non sapevano e non capivano neanche cosa stavamo proponendo. Quando visitavamo i primi potenziali clienti e parlavamo di biologico, ci guardavano come se proponessimo chissà quale cosa. Non capivano cosa mettessimo di diverso nei prodotti, anzi sospettavano ci fosse anche qualcosa di illegale. Forse era anche il nostro aspetto così lontano dall’immagine patinata che era allora quella di chi andava a proporre prodotti di cosmesi. Inoltre i nostri prodotti avevano un aspetto minimal. Per ridurre l’impatto ambientale facevamo noi le etichette, che regolarmente si staccavano se bagnate essendo su flaconi shampoo e bagnoschiuma sempre a contatto con l’acqua. Non c’era plastica, non c’era serigrafia. Eravamo talmente poco credibili che ci mandarono anche la Finanza per controllare che non coltivassimo oltre alle erbe e alle piante per fare le essenze, anche un po’ di marjuana! L’associazione a quei tempi era: biologico quindi erbe quindi consumatori di erbe illegali. Non c’era nessuna preparazione a questo tipo di prodotto.

Quali sono state le vostre prime produzioni?
Siamo usciti con una linea completa di tanti prodotti.. Abbiamo volato subito alto. All’inizio visto la risposta tiepida dei centri estetici e dei parrucchieri abbiamo scelto di vendere insieme ad altri produttori di saponi e prodotti naturali, nei mercatini e nelle fiere specializzate. Un’esperienza faticosa ma anche ricca di soddisfazioni perché ci ha dato modo di “educare” le persone direttamente a questi nuovi prodotti, così, senza intermediari. I clienti erano incuriositi, chiedevano informazioni e noi, che eravamo i produttori, potevamo soddisfare qualsiasi dubbio o curiosità. Questo lavoro “dal basso” ci ha dato la possibilità di far conoscere i nostri prodotti e tutta la filosofia che c’era dietro.

Come è iniziata la sua esperienza in solitaria, quando le altre ragazze hanno abbandonato il progetto?
Sono rimasta da sola con tutta una serie di problemi e impegni economici spaventosi. Ho coinvolto nel progetto mio marito e ho cercato altre persone che volessero scommettere su questa avventura. Insieme siamo passati dalla piccola fiera e dai mercatini a eventi più importanti come il Cosmoprof e il Sana spostandoci anche fuori dal territorio nazionale. L’importante era non perdere la nostra identità e l’obiettivo di proporre un prodotto naturale e sostenibile. E credo ci siamo riusciti perché molti nostri clienti che vengono dall’estero, si meravigliano di trovare una realtà così familiare e nello stesso tempo competitiva come quella che siamo riusciti a realizzare. Si stupiscono che ancora oggi ricicliamo i cartoni delle spedizioni e qualsiasi cosa che può essere utilizzata più di una volta. Sono dell’idea che non si può predicare bene e razzolare male. Anche quando si arriva ad un certo livello è importante rimanere coerenti con la propria filosofia.
Una filosofia che vi porta ancora a oggi a usare metodi di coltivazione naturali e poco impattanti.
E’ così. Non ci si può dichiarare ecologici e poi coltivare i campi con il trattore diesel. Tutte le nostre lavorazioni sono fatte a mano. Con il minimo utilizzo di energia elettrica. Molto più lavoro manuale ma sicuramente la coscienza ecologica intatta.

Dove si trovano le vostre coltivazioni?
Sono tutte in terreni sull’Appennino emiliano, a Monghidoro, e sono terreni che appartengono alla mia famiglia da generazioni. Sono luoghi incontaminati, dove facciamo prevalentemente raccolta spontanea, rispettando il territorio. E’ un suolo carico di energia che avverti semplicemente appoggiando le mani sulla terra. Li coltiviamo noi direttamente, senza intermediari. Ovviamente nel periodo della raccolta abbiamo qualche collaboratore che ci dà una mano perché tutto si concentra in un paio di mesi a cui fa seguito il riposo vegetativo. Seguiamo i ritmi naturali della terra. A parte la raccolta spontanea coltiviamo calendula, lavanda, quelle poche culture che non crescono spontaneamente. Poi tarassaco, rosa canina, achillea, salvia, rosmarino tutte piante che crescono spontaneamente e rigogliose.

Studiate ancora nuovi prodotti? Come vi muovete nella ricerca?
Ci basta andare a fare una passeggiata bel bosco e nel prato e da lì ci arrivano le ispirazioni migliori. Poi le concretizziamo in laboratorio. Per quanto riguarda le tendenze e le aspettative del mercato, lavoriamo con i dettami della spagiria e della natura. I nostri prodotti, al di là dell’aspetto cosmetico, sono pensati e creati affinché non curino solo l’aspetto esterno del corpo ma anche l’aspetto spirituale. Oltre alla bellezza, i nostri prodotti devono veicolare serenità, benessere, disporre in uno stato d’animo migliore. Una bellezza a 360 gradi.

Cos’è la spagiria?
E’ una pratica dell’alchimia. Un termine coniato da Paracelso, un medico svizzero, ritenuto il padre della spagiria, che basò i suoi studi innovativi sulla convinzione che la salute è il risultato di un perfetto equilibrio di forze sottili e che le malattie sopraggiungono quando si formano delle alterazioni alle frequenze dei campi magnetici che compongono le cellule dell’organismo. Sulla spagiria si basano i nostri metodi di estrazione dei nostri principi attivi. All’interno di ogni nostro prodotto c’è la parte dello spirito, dell’anima e del corpo della pianta. Il nostro estratto nasce per far lavorare la pianta sotto l’aspetto animico, spirituale e fisico del corpo. E’ un procedimento molto lungo questo dell’estratto, che può richiedere anche 2/3 anni e che si può portare a termine solo entrando nell’ordine di idee che non stai facendo questo lavoro per denaro. Se si volesse calcolare il costo dell’olio di iperico per le ore di lavoro che ha richiesto, sarebbe verrebbe fuori una cifra spropositata. Lo si fa per passione, perché lo senti come un compito e perché ritieni che sia fondamentale il fatto di creare benessere nella persona che usa il tuo prodotto.

A fianco all’attività produttiva avete realizzato anche un’ Academy per formare nuovi operatori olistici.
Sì, è un progetto nato da quattro anni. Dato che in spagiria si dice che “Se sai e non fai commetti un grosso peccato e offendi il sole che è l’archetipo e che dentro di noi è il cuore”, abbiamo pensato che tutto ciò che avevamo appreso in questi anni, e che ci era stato donato da chi a sua volta ha insegnato a noi, doveva essere restituito e donato ad altre persone. L’Academy è retta dagli stessi principi che reggono la nostra azienda, dove la liceità è al primo posto. La cosa fondamentale è che le persone che partecipano ai corsi dell’Academy escano consapevoli degli insegnamenti che gli sono stati impartiti. Ci sono varie specializzazioni, come il massaggio, la riflessologia plantare, la naturopatia, la stessa spagiria, l‘erboristeria e tutto ciò che inerente alla medicina cinese, all’Ayurveda e altre scienze. Sono tutte discipline che conducono l’uomo verso il benessere e lo preparano a svolgere il proprio ruolo su questo pianeta. La scuola dura tre anni, si frequenta per due weekend al mese e si possono scegliere anche solo corsi a cui si è particolarmente interessati. Siamo molto orgogliosi dei nostri diplomati perché tutti sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro con soddisfazione. Un’altra cosa che ci rende orgogliosi è quella di ospitare a titolo gratuito i futuri laureati in erboristeria che vogliono fare una tesi sulla nostra esperienza. Nuove leve a cui posso trasmettere le mie conoscenze ed il mio vissuto in questi anni di attività.

Le vostre coltivazioni sono biodinamiche?
Una buona parte sì, ma non solo. Ispirandoci alla spagiria, per noi ogni pianta ha una propria segnatura per cui se cresce in un determinato punto della terra è perché viene nutrita da quel gene planetario. E’ un discorso molto complesso ma ci porta ad agire in modalità biodinamica per alcune coltivazioni per certe altre seguiamo altri metodi.

Da come lo descrive, sembra che dopo 35 anni di questo lavoro l’entusiasmo per quello che ha creato sia intatto e che ci siano ancora tante idee da sviluppare.
La soddisfazione più grande è sicuramente la coerenza e il senso di eticità che siamo riusciti a mantenere senza scendere a compromessi. In più la soddisfazione di creare un prodotto che oltre alla bellezza del corpo sia anche in sintonia con quella dell’anima, per un benessere completo della persona. Se aiutiamo le persone a stare bene con il loro corpo e con loro stessi, staranno bene anche tutti quelli che vivono loro accanto, in una processo virtuoso di armonia che si rinnova e si espande.