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La parola d’ordine è “fare rete”: un unico grande territorio turistico che si chiama Città Metropolitana.

Intervista di Anna Magli a
Barbara Panzacchi, Sindaca di Monghidoro e Consigliera delegata della Città Metropolitana di Bologna.

Barbara Panzacchi è Sindaca di Monghidoro e Consigliera delegata della Città Metropolitana di Bologna con deleghe a: Turismo, Componente del Tavolo di concertazione e della Cabina di regia del Territorio Turistico BO – MO. Dopo la maturità classica presso il liceo “L. Galvani” si è iscritta alla facoltà di Giurisprudenza ed ha conseguito la laurea nel 1996. Dal 2001 al 2006 è stata consigliere comunale del Comune di Monghidoro, esercitando anche le funzioni di Assessore all’Istruzione ed alla Cultura. Dal 2006 al 2011 è stata nuovamente consigliere comunale a Monghidoro, esercitando anche le funzioni di Vicesindaco e nel 2016 è stata eletta Sindaco, sostenuta da una Lista Civica. Riconfermata nel 2021.

Il territorio appenninico è sempre più meta di visitatori richiamati dalla bellezza del paesaggio, dalle iniziative artistiche e gastronomiche, ma anche dall’offerta di sport outdoor e sostenibile in quasi tutto il periodo dell’anno. Cosa si sta facendo a livello Metropolitano per sostenere questo trend?
Destinazione Turistica prima, e oggi il Territorio Turistico Bologna Modena, in coerenza con le strategie attuate dalla regione Emilia Romagna e APT, hanno individuato nei cammini, ma più in generale negli itinerari, una delle principali modalità di fruizione turistica del territorio. Questo per una serie molto variegata di motivazioni, a cominciare dal fatto che le caratteristiche del nostro territorio metropolitano non sono singole eccellenze ma più opportunità e punti di interesse diffusi sull’intera aera. Inoltre, il fatto di promuovere cammini o , comunque, itinerari anche di cicloturismo, realizzano un’altra finalità che è quella di superare i confini amministrativi dei comuni per mettere in relazione ed in sinergia tutti comuni attraversati dagli itinerari. Nel territorio imolese sta nascendo la Ciclovia del Santerno, che metterà in comunicazioni vari comuni del territorio, che lavoreranno in sinergia per promuovere l’itinerario. Molto successo sta riscuotendo anche la Ciclovia del Sole, come i cammini consolidati come la Via degli Dei, quello della Lana e della Seta, La Mater Dei ecc. L’altra motivazione per la quale sosteniamo cammini e itinerari è relativa al fatto che in questo modo si decongestiona il flusso turistico che interessa il Capoluogo, facendo fluire parte del turismo verso territori più periferici che possono offrire molte attrattive e riescono a intercettare opportunità in più per i turisti che vengono a Bologna. Fra gli obiettivi del Comune di Bologna c’era appunto quello di aumentare i giorni di permanenza dei turisti nell’area Metropolitana: proponendo prodotti al di fuori del territorio cittadino, turismo outdoor e turismo sostenibile che a seguito della pandemia hanno avuto un impulso ancora più forte, si ottiene il duplice risultato di decongestionare il turismo nel capoluogo aumentando i giorni di permanenza e dirottando il flusso turistico verso aree periferiche che possono offrire eccellenze naturalistiche, enogastronomiche, culturali, storiche e di tradizioni locali.

Uno degli ultimi risultati che avete portato a casa è quello relativo a “Fuoripista!” in bici e senza barriere. Come si è giunti alla realizzazione del primo sentiero “off road” del comprensorio mountain bike dell’Appennino bolognese?
E’ un risultato che abbiamo raggiunto attraverso un percorso che è stato portato avanti in questi anni con Bologna Montana, un protocollo di collaborazione tra i quattro comuni del crinale appenninico Monghidoro, Monzuno, Loiano e San Benedetto val di Sambro, che per altro sono afferenti a due diverse Unioni di Comuni ma comunque si assimilano per le medesime eccellenze da promuovere e valorizzare. Attraverso il protocollo di Bologna Montana abbiamo iniziato a realizzare progetti diversificati. Uno di questi è appunto la creazione del primo sentiero off-road del comprensione mountain bike di Bologna Montana, che oltre ad essere sostenibile è anche accessibile. Uno dei trend del territorio turistico è, infatti, quello di rendere itinerari sempre più accessibili alle persone con diverse abilità che in altro modo non avrebbero potuto godere di questi bellissimi percorsi e itinerari mentre ora sarà possibile con l’utilizzo di handbike e tandem. Un comprensorio vicinissimo e raggiungibile da Bologna . Altro evento importante sarà il Mondiale di e-bike, che si è tenuto sempre nel comprensorio di Bologna Montana con una tappa all’alpe di Monghidoro.

Lo sport è diventato negli ultimi anni, un ottimo veicolo per incrementare un turismo “leggero” che ha riscoperto l’Appennino grazie a eventi legati alla sostenibilità ambientale e alla riscoperta del territorio. Viva il Verde, ha dimostrato che eventi di sport e cultura ecologica sviluppati fuori dai circuiti tradizionali, come il Bologna Montana Evergreen Fest, con l’intervento di ospiti di caratura nazionale, creano prestigio al territorio e attirano un turismo diverso e consapevole, in grado di fare da cassa di risonanza verso pubblici difficilmente raggiungibili. Secondo lei in che modo si possono evolvere, sviluppare questi progetti e con l’aiuto di quali attori e con quali modalità andrebbero sostenuti?
Sicuramente la modalità che è stata attuata in questi anni è quella che funziona, cioè una grande sinergia tra pubblico e privato, associazioni, cittadini e volontari. Tutti questi soggetti stanno facendo da cassa di risonanza rispetto a quelle tematiche molto importanti, e sempre più all’attenzione degli amministratori ma anche della cittadinanza e della comunità, che sono quelle di tutela ambientale e della sostenibilità. Importanti perché siamo ormai giunti al punto di non ritorno, come testimonia il cambiamento climatico, che si esprime anche in questi giorni con temperature che non sono certo nella media stagionale ma da estate inoltrata. Una necessità, quella di favorire tutela ambientale e sostenibilità che si riverbera anche nel turismo stesso, che deve avere il minore impatto ambientale possibile, con prodotti a km 0, con trasporti adeguati, con l’obiettivo di inserirsi in perfetto equilibrio con l’ambiente. Questa modalità, che quest’anno ha visto anche il pieno coinvolgimento delle scuole, permette di tenere alta l’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza che devono comprendere che arrivati a questo punto dobbiamo agire nel totale rispetto dell’ambiente che ci circonda. Questa sinergia è la formula che ci permetterà nei prossimi anni, di creare attenzione e risonanza sugli eventi che si mettono in campo nella settimana Evergreen.

In un recente incontro a Minerbio, si è parlato di Città Metropolitana come territorio turistico vero e proprio, e del fatto che Bologna Welcome con la diramazione di eXtraBO, i delegati, i comuni costituiscono una squadra che lavora insieme nella valorizzazione territoriale. Quali azioni di marketing territoriale avete intenzione di mettere in campo? E quali strumenti di informazione e diffusione delle iniziative turistiche intendete utilizzare? Esistono i presupposti di creare una rete di InfoPoint nella Città Metropolitana?

In questi giorni stiamo terminando gli incontri sul territorio, Pianura, territorio di Modena, circondario Imolese e Appennino, durante i quali abbiamo affrontato alcune tematiche fondamentali ed una di queste è proprio quella della riforma dei punti di informazione turistica. Una riforma che si è resa necessaria per ottimizzare la rete territoriale dei punti di informazione ma anche per dare un servizio più qualitativamente elevato. Una riforma che sarà formulata in base a quella regionale che attendiamo e che probabilmente verrà stilata nel corso del 2022. Lo stato dell’arte è comunque avanzato e in tutti gli incontri abbiamo illustrato quali sono i nostri progetti rispetto alla dislocazione degli uffici che avranno sia front office che back office in tutte le aree del territorio. Saranno strutture fondamentali che si chiameranno “hub” e che dovranno mettersi in stretta relazione e interconnessione con le strutture esistenti di informazione turistica e con i Self-InfoPoint. Sarà una sorta di struttura a raggiera che cercherà di essere più capillare possibile per ottimizzare la fruizione degli uffici di informazione turistica Un altro tema che abbiamo affrontato è quello relativo l’imposta di soggiorno, una necessità sentita fortemente da alcuni comuni: il comune di Bologna la sta applicando da anni e proprio grazie a questa imposta si sono ottenute risorse importanti da destinare al territorio turistico . L’idea è quella di trasmettere il know how di Bologna ai Comuni richiedenti, per mettere a disposizione un’esperienza già consolidata a quei Comuni che si apprestano a seguire la stessa strada. Un’altro tema che abbiamo trattato in questi incontri di marketing territoriale, è quello del De.Co (i prodotti di origine comunale). Si tratta di una sorta di certificazione di qualità rispetto ai prodotti, ai saperi, alle tradizioni e agli eventi caratterizzanti dei vari territori di Bologna metropolitana. De.Co Bologna esiste già, con una sua struttura ben organizzata, dotata di un regolamento, di un registro nell’Albo comunale, , di una commissione. Anche in questo caso, De.Co Bologna mette a disposizione di tutti i comuni dell’Area Metropolitana che sono interessati ad inserire e quindi promuovere i loro prodotti ed i loro saperi e tradizioni, l’esperienza e le competenze già acquisite per renderli in grado di inserire all’interno di questo registro le loro eccellenze. Questo progetto è molto coerente con uno dei nostri obiettivi futuri che è quello di puntare oltre che sul turismo slow, sostenibile e outdoor, anche sul “food&wine”, un altro mercato in grande ripresa che deve trasformarsi in turismo esperienziale . Questo significa promuovere le visite ai produttori, quindi cantine, mulini, caseifici. L’obiettivo è portare il turista a conoscere ed apprezzare il prodotto locale anche recandosi dal produttore, un’esperienza sollecitata dagli stessi turisti: vivere il territorio, i suoi saperi, le tradizioni. Inserirsi nella realtà del luogo, viverla a 360 gradi per conoscerla in tutte le sue sfaccettature. Per finire c’è il tema dei cartigli metropolitani, una sistema di segnalazione visiva che farà in modo che tutta la rete metropolitana abbia un’immagine grafica coordinata con un QrCode che porterà ad un link dell’Istituto dei Beni Culturali dove potranno essere acquisite tutte le informazioni culturali, storiche architettoniche del luogo. Una fonte di notizie molto più completa di quelle che potrebbero ottenere nell’attuale sistema. Stiamo cercando veramente di “fare rete” nel territorio, perché è necessario superare i campanili e i confini amministrativi e cercare di promuovere, ciascuno con le proprie specificità, il territorio nella sua globalità.

La sua esperienza di Consigliera delegata della Città Metropolitana di Bologna con delega al turismo, la sta portando a sperimentare i pochi mesi molte realtà, non ultima anche quella Modena, legata a Bologna da un tavolo di concertazione. Qual è la sua personale visione strategica, in quanto soggetto politico, per lo sviluppo del turismo nei nostri territori?
Io credo che le linee che stiamo portando avanti e di cui abbiamo parlato ora, delineino una strategia molto chiara: il concetto dell’outdoor, del “food &wine”, della motor valley, dei grandi eventi e della valorizzazione storica-culturale. Dobbiamo concentrarci e investire sulla qualità dei servizi che vengono offerti al turista. Il turista deve sentirsi non estraneo al territorio ma ospite. I servizi devono essere di estrema qualità. Deve esserci formazione per gli operatori che hanno a che fare con i turisti, e quindi cercare di offrire un’accoglienza di grande professionalità. E’ un obiettivo su cui è necessario lavorare molto . Un conto è individuare, creare e promuovere itinerari interessanti, un altro è fare in modo che all’interno di questi itinerari ci siano servizi di livello quindi accoglienza, logistica adeguata, competenze specifiche relative alla gestione del turista. Un salto di qualità che occorre fare, è una priorità. Le persone ritornano quando hanno vissuto un’esperienza turistica appagante ma anche se sono stati accolti nel modo più consono alle loro aspettative. Un altro mio sogno è collaborare in modo più stretto con la regione Toscana. Si tratta di una scelta strategica, vista l’estrema vicinanza dei territori. Firenze ha grandi attrattive ed è confinante con Bologna. Sono le uniche due citta metropolitane confinanti e quindi ci sono tutti i presupposti per lavorare bene insieme. Ci sono percorsi già consolidati tra le due città, come la Via degli Dei e la Via della Lana e della seta – quest’ultima congiunge Bologna e Prato – ma potrebbero esistere anche percorsi di cicloturismo e molte altre sinergie che possono essere messe in campo tra le due regioni e che si possono aggiungere un reciproco valore aggiunto. Non concorrenza, quindi, ma arricchimento dell’offerta turistica. Le criticità che mi sento di individuare in questo momento, sono i trasporti e l’accessibilità ai territori. Si possono promuovere i progetti più belli e innovativi ma se la gente fa fatica ad arrivare si perde la possibilità di fidelizzare il turista sul territorio. L’accessibilità e il fatto di avere delle infrastrutture materiali soddisfacenti, come strade ben percorribili, ferrovie con orari accessibili anche con corse serali e festive implementate, navette di collegamento con le stazioni più vicine rendono i territori attrattivi e creano un valore aggiunto ad eventi ed eccellenze. Ci sono poi le strutture immateriali, e mi riferisco alla banda ultralarga, che stiamo tutti aspettando da tempo e che si è dimostrata un’esigenza primaria per il turista che vuole la libertà di navigare ma anche di lavorare per coniugare un periodo di vacanza con quello smart working che, dopo la pandemia, sta diventando per molte persone, una scelta di lavoro ma anche di vita.