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Il ritorno del lupo. Una convivenza è possibile solo se impariamo a conoscerli.

Intervista di Anna Magli a Paola Aragno, ricercatrice di Ispra

La notizia è certa: le analisi genetiche di ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, hanno confermano che l’animale responsabile degli attacchi avvenuti da maggio a oggi nell’area di Vasto è una femmina di lupo. Per un po’ abbiamo davvero sperato che si potesse trattare di un cane, perché tutte le informazioni che avevamo raccolto sul comportamento dei lupi, e ne abbiamo anche parlato spesso in trasmissione, ci parlavano di atteggiamenti schivi nei confronti dell’uomo. Il lupo, o meglio come vedremo la lupa di Vasto, ha invece avuto comportamenti aggressivi. Abbiamo chiesto maggiori informazioni su questa vicenda, e su come si potrebbe sviluppare alla Dottoressa Paola Aragno, ricercatrice di Ispra.

Dottoressa Aragno, come è avvenuta l’identificazione dell’animale ?
A partire da un campione di saliva raccolto su una delle persone aggredite, il laboratorio di genetica di Ispra ha potuto ottenere il genotipo dell’individuo e grazie alla banca dati di cui dispone stabilire che si tratta di una femmina di lupo puro. Non si tratta di un cane, né vi sono tracce di ibridazione.

Come si spiega che questa lupa abbia acquisito comportamenti così diversi da quelli che conosciamo?
In realtà non lo sappiamo, il caso è particolare e anche in continua evoluzione. Vorrei intanto chiarire il fenomeno. I lupi non sono generalmente pericolosi per l’uomo, e questo lo confermano anche dati recenti. In Europa e Nord America, in un periodo di 18 anni, tra il 2002 e il 2020, sono state trovate le prove unicamente di 12 attacchi. Solo 2 casi del Nord America sono stati mortali. Tenuto conto della diffusione dell’uomo e del lupo sia in Europa sia in Nord America, se ne deduce che il lupo nella norma non aggredisce l’uomo. Però il rischio non è zero e l’aumento della diffusione della specie e la sua adattabilità stanno determinando sempre più contesti in cui la specie si trova in promiscuità con l’uomo, situazioni che nella storia recente della specie possono considerarsi una novità. Intendo il fatto che il lupo sia spesso osservato anche in centri abitati. Questo aspetto è importante, perché da diversi studi emerge che la stragrande maggioranza dei pochi incidenti di lupo con gli esseri umani nel recente passato ha coinvolto lupi abituati all’uomo o addirittura condizionati dal cibo. L’abitudine all’uomo è un processo che si verifica quando gli animali selvatici, frequentando ambiti in cui è molto presente l’uomo, ne diventano indifferenti. Quando si verifica addirittura il condizionamento positivo, dovuto alla presenza in ambito antropico di elementi attrattivi per la specie, l’individuo associa ciò che lo attrae, spesso il cibo, alla presenza dell’uomo, divenendone attratto e quindi confidente nei suoi confronti. E come dicevamo i lupi confidenti sono potenzialmente più pericolosi…
Dicevo che il caso di Vasto è di difficile interpretazione e in continua evoluzione. Le difficoltà legate alla sua cattura sono dovute al fatto che l’individuo non manifesta una spiccata confidenza nei confronti dell’uomo e del suo ambiente, ad esempio frequentando in modo stabile il centro abitato nelle ore diurne. Ne pare essere attratto dal cibo eventualmente disponibile nei contesti abitati dall’uomo. In casi come questi le operazioni sarebbero facilitate dalla possibilità di avvicinare l’esemplare, in questo caso invece bisogna ricorrere a metodi propri degli individui selvatici più schivi. Bisogna prima conoscere in dettaglio i suoi spostamenti e poi agire tramite trappole specifiche. Questo animale pare avvicinarsi a zone frequentate dall’uomo ogni tanto e in queste occasioni aggredisce le persone. Per riuscire a catturarlo bisogna quindi capire i percorsi che fa, che fra l’altro possono interessare anche aree frequentate da altri lupi. Recentemente poi si sono avuti anche avvistamenti di più individui a Vasto e nella vicina San Salvo, e nel clima di paura che comprensibilmente si è generato è necessario fare attenzione a non ritenere pericolose situazioni che invece non sono tali. Un lupo che passa in area urbana non è necessariamente un pericolo, perché la norma è che non aggredisce l’uomo.

Può essere che sia stata abbandonata dal branco e quindi abbia sviluppato una maggiore aggressività?
Purtroppo, non sappiamo quale possa essere l’origine del suo comportamento, che è anomalo. Generalmente individui defedati o malati possono tendere ad avvicinarsi all’uomo e al suo ambiente perché qui trovano cibo più facilmente e questo può far diventare questi animali più confidenti e quindi più pericolosi. La lupa di Vasto sembra essere affetta da rogna, ma come dicevo non ci sono indicazioni che si avvicini al centro abitato per trovare cibo.

Lei crede che l’episodio di Vasto possa ripetersi in altre zone?
Come dicevo il caso è anomalo o per lo meno ancora non è chiaro. Ma casi di lupi che frequentano aree abitate sono abbastanza frequenti ultimamente. Tuttavia, tenuto conto che il comportamento confidente che spesso deriva da processi di condizionamento positivo che avvengono soprattutto perché nei centri abitati gli animali selvatici trovano cibo più facilmente, a causa di gestione inadeguata dei rifiuti, li rende potenzialmente più pericolosi, è importante agire preventivamente modificando situazioni che ad oggi non risultano adeguate a favorire la convivenza dell’uomo con la fauna selvatica. È anche importante che gli animali da compagnia siano tenuti in modo adeguato, non devono essere lasciati liberi di girare, devono essere tenuti al chiuso di notte e non gli si deve lasciare cibo disponibile per loro all’aperto. Un lupo può percepire un cane come un conspecifico o come una preda, ed esserne in entrambi i casi attratto.

C’è differenza di comportamento fra i lupi di diverse zone? Per capirci, sono più aggressivi quelli appenninici o quelli alpini?
No, assolutamente.

Un animale che, come la lupa di Vasto, ha perso totalmente la naturale elusività verso l’uomo può continuare ad aggredire in futuro? Come pensate di intervenire?
La lupa di Vasto ha un comportamento anomalo, è pericolosa perché aggredisce e ferisce le persone, deve essere rimossa dal territorio. In generale nel caso di lupi che manifestino segni di confidenza verso l’uomo è possibile agire prima di tutto con il condizionamento avversivo. In sostanza quando il lupo si avvicina si fanno rumori o si usano fonti luminose che si pensa possano spaventarlo, oppure si ricorre a proiettili in gomma. L’obiettivo è che nel tempo, portando il lupo ad associare l’esperienza negativa con il comportamento che si vuole evitare, smetta di assumere quel comportamento, nello specifico non si avvicini più. Questi metodi però sono più utilizzati con l’orso, risultando in alcuni casi efficaci, ma sono poco sperimentati nel caso del lupo, quindi, non è certa la loro efficacia. Quando un lupo diventa pericoloso, aggredendo le persone, deve essere tolto dal territorio.

Cosa si intende con “rimozione” dell’animale?. Quindi non sarà soppressa ma isolata?
Con il termine rimozione si intende la sottrazione di un animale dal territorio naturale e dalla popolazione a cui appartiene. Questa può avvenire tramite cattura e captivazione permanente, oppure tramite abbattimento/soppressione dell’individuo. Il ruolo di Ispra è quello di valutare le scelte gestionali in modo che sia sempre mantenuto l’obiettivo della conservazione della popolazione su cui si va ad effettuare la sottrazione, se togliere l’individuo rischia di comprometterla. La protezione di questa specie è stabilita da norme comunitarie e nazionali, che ne vietano l’uccisione, ma sono possibili deroghe a questi divieti in casi particolari, come la tutela della sicurezza pubblica. Noi valutiamo quindi che ci si trovi effettivamente in una situazione in cui è necessaria una deroga. Una volta che sia stato stabilito che vi sia effettivamente la necessità di togliere l’animale e che questo non incida in modo negativo sulla conservazione della specie, in che modo farlo esula dai nostri compiti. Al momento è previsto che la lupa venga ospitata in un recinto idoneo alle esigenze della specie, reso disponibile dal Parco Nazionale della Maiella, che tramite i suoi esperti si sta occupando con grande impegno e competenza del caso.

Dopo Vasto si sono diffuse voci svianti sulla coesistenza tra uomo e lupo che compromettono un lungo lavoro di comunicazione. Possiamo dire qualcosa per smentire queste voci?
Non possiamo negare che la convivenza tra uomo e animali selvatici sia una sfida, perché la presenza della fauna causa problemi per l’uomo, del tipo che stiamo affrontando oggi, ma anche per i danni che infligge alle attività produttive. La sfida si può vincere sia tramite l’uso di strategie preventive sia tramite l’educazione della popolazione umana verso pratiche e abitudini più idonee alla convivenza, ricorrendo però anche, quando necessario, alla rimozione di individui.

Ultimamente, grazie alla diffusione della specie, sono aumentati nei contesti urbani o semiurbani le probabilità di incontro e interazione tra lupi e persone. Che consigli ci sentiamo di dare a chi dovesse fare un incontro ravvicinato?
Il lupo generalmente si allontana se percepisce la presenza dell’uomo. Ma come dicevamo la sua attuale diffusione unitamente alla sua grande adattabilità fa sì che alcuni individui possano frequentare l’ambito umano, abituandosi alla presenza dell’uomo e divenendo indifferenti alla sua presenza. Questo però non rende il lupo pericoloso. Può esserlo invece un individuo confidente, che si lascia avvicinare o si avvicina intenzionalmente. Se si incontra un lupo e questo non fugge non bisogna quindi tentare di avvicinarlo, ed è semmai più opportuno allontanarsi con calma. Questo è in generale il comportamento da tenere con gli animali selvatici.

Prima di demonizzare gli animali selvatici, penso anche a cinghiali o altri ungulati sempre più presenti nelle nostre città, bisognerebbe divulgare le buone pratiche per evitare l’insorgenza di comportamenti confidenti e pericolosi. Vogliamo ripetere quali sono?
La paura, soprattutto nei confronti di un eventuale pericolo al quale la cittadinanza non è abituata, merita rispetto ed attenzione. Bisogna dotare le persone degli strumenti per difendersi, e nel caso della potenziale pericolosità del lupo si tratta di “convincere” le persone riguardo la necessità di cambiare abitudini e pratiche che possono compromettere la convivenza, evitando che gli individui selvatici, sempre più vicini all’uomo, diventino confidenti. Come dicevo prima bisogna prima di tutto gestire in modo appropriato i rifiuti e custodire adeguatamente gli animali da compagnia.

Bibliografia di riferimento
Iliopoulos, Y., Astaras, C. & Chatzimichail, E. 2022. Dogs, not wolves, most likely to have caused the death of a British tourist in northern Greece. Nature Conservation. 115-143. 10.3897/natureconservation.50.81915.
Linnell J.D.C., Kovtun E., Rouart I, 2021. Wolf attacks on humans: an apdate on 2002-2020. NINA Report 1944. Norwegian Institute for Nature Research.
Nowak S., Szewczyk M., Tomczak P., Calus I. Figura M., Myslajek R.W. 2020 Social and environmental
factors influencing contemporary cases of wolf aggression towards people in Poland. Eur. J, Wildl.
Res. 67:69. Consulta qui