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Bandiere Blu, un percorso basato sul miglioramento continuo, per i Comuni che scelgono di raggiungere ogni anno livelli sempre più elevati.

Intervista di Anna Magli a Claudio Mazza, presidente di FEE Italia.

La Foundation for Environmental Education (FEE) è una organizzazione internazionale senza scopo di lucro presente in 81 paesi dei cinque continenti. La FEE è riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale (EE) e dell’educazione allo sviluppo sostenibile (ESD). Attraverso i suoi programmi innovativi dà la possibilità alle persone di intraprendere azioni significative e mirate per contribuire a creare un mondo più sostenibile. Fra i suoi programmi c’è l’assegnazione annuale delle “Bandiere Blu”, un riconoscimento internazionale istituito nel 1987 nell’Anno europeo dell’Ambiente e che viene assegnato ogni anno in 50 paesi. Tutti noi siamo abituati a individuare quali litoranei, nel nostro Paese, hanno potuto fregiarsi di questo importante riconoscimento e noi oggi vogliamo approfondire l’argomento cercando di capire le modalità che portano alla designazione di questa eco label. Ne parliamo con il Presidente di FEE Italia, dottor Claudio Mazza.

Dottor Mazza, qual è l’obiettivo principale dell’eco label Bandiera Blu e quali criteri deve avere una spiaggia per arrivare all’assegnazione?

Bandiera Blu è un eco-label volontario assegnato alle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio. Obiettivo principale del programma è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche verso un processo di sostenibilità ambientale, promuovendo nei Comuni una conduzione sostenibile del territorio attraverso una serie di indicazioni che mettono alla base delle scelte politiche, l’attenzione e la cura per l’ambiente.
Bandiera Blu è un percorso basato sul miglioramento continuo. I Comuni scelgono di accedere al percorso impegnandosi a raggiungere ogni anno livelli sempre più elevati di gestione del territorio, fino a ottenere la Bandiera Blu, e puntando poi a politiche di mantenimento e di ulteriore miglioramento per una crescita costante nel tempo.
I criteri che vengono presi in esame per l’assegnazione sono 32. Solo le località le cui acque di balneazione sono risultate classificate eccellenti negli ultimi quattro anni, come stabilito dai risultati delle analisi effettuate dalle ARPA possono ottenere la Bandiera Blu. Grande rilievo viene dato alla gestione del territorio messa in atto dalle Amministrazioni comunali. Tra gli indicatori considerati ci sono: l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la percentuale di allacci fognari; la gestione dei rifiuti; l’accessibilità; la sicurezza dei bagnanti; la cura dell’arredo urbano e delle spiagge; la mobilità sostenibile; l’educazione ambientale; la valorizzazione delle aree naturalistiche; le iniziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo.
Le Bandiere blu nel 2023 sono state assegnate a 458 spiagge in 226 comuni: gli approdi turisti sono invece 84. Che peculiarità deve avere un approdo per essere meritevole di Bandiera Blu?

Un Approdo Turistico Bandiera Blu deve soddisfare un numero di criteri relativi a: informazione ed educazione ambientale, gestione ambientale, sicurezza e qualità dei servizi. Un Comitato di gestione dovrebbe essere presente per l’istituzione di sistemi di gestione ambientale e per condurre regolarmente audit nell’approdo.

Se una spiaggia perde, o non riesce a pervenire all’obiettivo, il vostro ente può in un qualche modo agevolare il raggiungimento dell’obiettivo con consulenze o programmi da attuare sul territorio?

Bandiera Blu non è un premio a punti o un trofeo, ma è un percorso. Quando un Comune sceglie di intraprendere la trasformazione verso la sostenibilità sceglie di iniziare un percorso, fatto di piccoli passi ma continui e concreti. Ogni sindaco sa che la nostra Fondazione è al suo fianco nel raggiungimento degli obiettivi, che può confrontarsi con la FEE ogni volta che lo ritiene opportuno. A ottobre incontriamo tecnici e amministratori comunali durante un incontro tecnico che approfondisce un focus fondamentale per l’ottenimento della Bandiera Blu.

Nel vostro ruolo di monitoraggio, oramai sul campo da molti anni, come valutate lo stato delle spiagge italiane in merito al proliferare dell’abbandono di rifiuti in modo particolare di quelli di plastica?

Uno dei criteri obbligatori per le località Bandiera Blu è il raggiungimento di una certa percentuale di raccolta differenziata all’interno dell’intero territorio, documentata nell’anno precedente alla richiesta e valutata dalla Commissione di valutazione. Per tenere la spiaggia pulita in maniera sostenibile, sono presenti i cestini per la raccolta differenziata per almeno tre categorie di rifiuti. Naturalmente molto c’è ancora da fare, anche se tanto è stato fatto.

Fra i programmi FEE abbiamo trovato molto interessate quello di Young Reporters for the Environment, un progetto di citizen science che vede coinvolti i più giovani attraverso un processo attivo e propositivo sul territorio. Il materiale che state ricevendo, e che sarà premiato a fine mese è in linea con le vostre aspettative? C’è stato qualche progetto che vi ha particolarmente colpito?

Il Programma Internazionale Young Reporter offre ai giovani di età compresa tra gli 11 e i 25 anni una piattaforma per indagare problemi ambientali e promuovere soluzioni attraverso reportage investigativi, fotografie e videogiornalismo. Nel corso di questi anni abbiamo avuto il privilegio di vedere i ragazzi trasformarsi in veri e propri reporter, nel tentativo di analizzare qualunque problematica ambientale o di raccontare le meraviglie della natura, della terra, del mare. Attraverso inchieste, interviste, video, o semplici fotografie. Il Programma YRE si è concentrato quest’anno sulla riduzione dei rifiuti e degli inquinanti invisibili incoraggiando il consumo e la produzione responsabili e adottando un approccio più circolare all’economia, all’interno delle nostre case, delle nostre scuole, di aziende e comunità. Quello che ne è venuto fuori è davvero un lavoro straordinario, uno sguardo sul mondo che ha tanto da raccontare e da insegnare.

Oltre al programma di citizen science, sul vostro sito appaiono anche UNIGEA, la Scuola di Alta Formazione per lo Sviluppo Sostenibile ed Eco-Schools, programma internazionale di certificazione per le scuole che intendono promuovere la sostenibilità attraverso l’educazione ambientale e la gestione ecologica dell’edificio scolastico. Una vocazione quindi fortemente indirizzata alla formazione, sia in ambito scolastico che ricettivo. Come stanno procedendo questi programmi e cosa ha sollecitato la vostra organizzazione a investire tanto in questo settore?

UNIGEA è la scuola di alta formazione per lo sviluppo sostenibile della fondazione FEE Italia, dedicata ai programmi Bandiera Blu, Spighe Verdi, Eco-Schools, Green Key e alla più ampia formazione sui temi della sostenibilità. Sono previsti moduli di formazione continua per dipendenti e amministratori locali dei comuni costieri e rurali che hanno intrapreso i percorsi di Bandiera Blu o Spighe Verdi, per una gestione sostenibile del territorio. I corsi sono altresì rivolti al management e ai dipendenti delle strutture turistico-ricettive che hanno intrapreso il percorso Green Key o al personale docente delle scuole che seguono il programma internazionale Eco-Schools. Esperti, docenti, formatori, tecnici si alternano in corsi e focus che consentono una formazione completa a quanti intendono essere protagonisti di una reale trasformazione sostenibile della società.
La formazione è da sempre al centro degli obiettivi della FEE, in particolare la formazione dei più giovani, che – come amo dire spesso – non sono i cittadini del domani, ma sono già i cittadini dell’oggi. Saranno i futuri decisori, quello sì, dobbiamo dare loro quelle competenze, quelle conoscenze, quei valori perché possano vivere e lavorare in modo sostenibile. Eco-Schools è il programma internazionale dedicato a loro, che certifica le scuole che intendono promuovere la sostenibilità attraverso l’educazione ambientale e la gestione ecologica del proprio. È un modello umanistico e culturale oltre che economico, che consente agli studenti di essere leader del cambiamento nelle loro comunità, collegandoli ai problemi reali e coinvolgendoli in un apprendimento divertente, orientato all’azione e socialmente responsabile attraverso teoria e numerose azioni pratiche.
Eco-Schools si basa sul metodo dei Sette Passi, che consistono in una serie di misure di semplice applicazione, ma attentamente progettate per aiutare le scuole a massimizzare il successo delle loro pratiche di sostenibilità: formare un Eco-Comitato; realizzare una Indagine Ambientale; creare un Piano d’Azione; collegarlo a tutte le discipline scolastiche in una Integrazione Curriculare; Valutare e Monitoraggio; Informazione e Coinvolgimento; l’impegno attraverso un Eco-Codice. Si può lavorare affrontando diversi temi, pertanto sono stati individuati 11 temi, di cui 8 temi principali e 3 temi trasversali: biodiversità, energia, acqua, rifiuti, mobilità, aree verdi scolastiche, cibo, marina e costa, cambiamenti climatici, salute e benessere, cittadinanza globale.
Eco-Schools è il più ampio programma a scala globale svolto ogni anno da oltre 20 milioni di studenti.